Comune di Cinto Caomaggiore

La Chiesa S. Biagio di Cinto e il pittore Gregorio

La Chiesa S. Biagio di Cinto e il pittore Gregorio Lazzarini

La Chiesa S. Biagio di Cinto e il pittore Gregorio Lazzarini

Di antica istituzione come pieve, si cita già in un una bolla di Papa Urbano III del 1186, la costruzione del nucleo centrale dell’attuale fabbricato si presume effettuato nel corso del XV secolo. La struttura architettonica ha subito diverse alterazioni nel tempo:

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foto 1: chiesa in una foto anni '30

L’attuale chiesa in tre navate, dopo vari rimaneggiamenti, è stata ultimata alla fine del secolo scorso. La facciata, originariamente di stile rinascimentale simile a quella di Concordia, crollata nel 1937 in stile classicheggiante d’impronta neopalladiana. Il suo interno è diviso da grossi pilastri quadrati delimitanti le navate laterali e prospetticamente incornicianti l’abside del barocco altare maggiore; ai lati dell’altare si aprono due cantorie di legno munite di organo sovrastanti gli scanni anch’essi lignei del coro. Vanto della chiesa sono il marmoreo fonte battesimale realizzato da Giovanni Antonio Pilacorte nel 1486 e la pala della crocifissione attribuita a Gregorio Lazzarini.[11]

Gregorio Lazzarini, celebre e prolifico artista, maestro di Gianbattista Tiepolo, nasce a Venezia il 14 marzo 1655. Sua madre “Catarina Pedrinelli quondam Giacomo” discende dai magnifici Pedrinelli, antica famiglia di mercanti veneziani che avevano investito i loro capitali in fondi agricoli e nel corso del XVI secolo si erano stabiliti a Cinto, nelle case chiamate oggi “il castello” situate vicino alla chiesa parrocchiale.

Verso la fine del Seicento, all’apice della sua fama ( a Venezia veniva paragonato a Raffaello per l’eleganza e la qualità del disegno, ma era molto apprezzato anche per i suoi colori brillanti e per la grandiosità delle sue composizioni), decise di investire tremila ducati nella “villa” di Cinto e in quella di Settimo; acquistando diversi terreni, alcuni fabbricati e una casa domenicale.

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foto 2: chiesa di settimo oggi

La presenza a Cinto del Lazzarini assume particolare significato anche dal fatto che per una ventina di anni, dal 1706 al 1727, ha ricoperto l’incarico di procuratore della Chiesa parrocchiale. In questo periodo di tempo è sovente documentata la presenza in paese del pittore con i suoi fratelli, anche alcuni di loro buoni artisti (da segnalare la sorella Elisabetta, pittrice molto abile e apprezzata).Si realizzano diverse opere che vanno ad arricchire la chiesa parrocchiale ma anche quelle dei paesi vicini (Portogruaro, Concordia, ecc.). A documentare il suo intervento è rimasta solo la pala d’altare detta “la Crocifissione”, un dipinto di pregevole fattura che rende efficacemente la tensione drammatica dell’accadimento. Un’altra pala situata nella navata sinistra, raffigurante la Madonna del Carmelo con le anime del purgatorio, si può ipotizzare come opera della sua scuola.

Diversi altri documenti, oltre che a dimostrare la fitta rete di relazioni sociali, artistiche e patrimoniali intrecciate dai Lazzarini con la comunità del nostro paese, ci permette di far risalire a quell’epoca l’origine di un nucleo famigliare che è tuttora residente nel comune di Cinto.

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foto 3: Le Marie, Particolare della crocifissione, Chiesa di S.Biagio - Cinto

[11] Gianpiero Del Gallo, La chiesa di Cinto, Cinto Caomaggiore immagini della memoria, Calendario dell’anno 2000.

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