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Avvio causa di beatificazione di Don LUIGI CECCHIN sacerdote e missionario.

Pubblicata il 04/02/2024

Siamo lieti di poter informare che l’anno 2024 non sarà solo l’anno del
centenario dalla nascita, ma anche quello di
avvio della causa di beatificazione, (previsto per il 6 febbraio c.a.) di

DON LUIGI CECCHIN



missionario e umile sacerdote che nel 1970 fondò a Limoeiro il Centro di Formazione dei Minori (ora chiamato “Centro di Formazione Padre Luis Cecchin”), con il quale raccolse e sollevò dalla miseria migliaia di bambini.

 
Cenni biografici di Don Luigi Cecchin (1924-2010)
 
Don Luigi nasce l’11 dicembre 1924 a San Martino di Lupari (PD) da Giovanni Cecchin e Anna Bolzon, genitori che educano cristianamente i loro otto figli.

E’ battezzato dopo tre giorni nella sua parrocchia, Galliera Veneta, provincia di Padova e diocesi di Treviso. Fin da piccolo frequenta attivamente la sua parrocchia. Conosce il Seminario diocesano di Treviso già quando aveva 7-8 anni. Vi entra ufficialmente il 18 ottobre 1937. Lì, durante il periodo della guerra, si prepara al sacerdozio, svolgendo anche il compito di assistente dei seminaristi più giovani.

E’ ordinato sacerdote il 26 giugno 1949 dal vescovo Mons. Antonio Mantiero.

Svolge per vent’anni servizio pastorale in diverse parrocchie della diocesi di Treviso. Nel 1964, pur non considerandosi adatto, accetta l’incarico di padre spirituale del seminario.
 
E’ un periodo sofferto, coincidente con gli anni difficili della contestazione del sessantotto. Sacerdote equilibrato, molto legato al Concilio Vaticano II, viene considerato troppo “conservatore” dai suoi studenti e troppo “progressista” da qualche suo collega prete. Tanta preghiera, rettitudine e sorriso.

“Spinto dallo Spirito” – come egli si esprime – chiede più volte al Vescovo Mons. Antonio Mistrorigo, di essere inviato in America Latina come missionario “fidei donum”.

Il 6 gennaio 1969 riceve il “mandato” missionario nella sua parrocchia d’origine, Galliera Veneta, dalle mani del Vescovo. Destinato inizialmente al Cile, viene poi deciso di inviarlo in Brasile, alla diocesi di Nazaré, stato del Pernambuco.

Il 25 gennaio parte in nave da Genova. Sbarca a Rio de Janeiro il 6 febbraio. Dopo tre mesi di studio del portoghese, il 26 maggio 1969 arriva a Limoeiro, a circa 90 chilometri da Recife, Pernambuco, in corriera, con una sola piccola valigia in mano, sorprendendo tutti, quando ancora in parrocchia non erano conclusi i preparativi per accoglierlo. Don Luigi diviene “padre Luís”.

Si unisce al ministero degli altri due sacerdoti “fidei donum”, il trevigiano padre Giorgio Barbieri e il bergamasco padre Alfonso Pontoglio, già da due anni presenti nell’unica immensa parrocchia di Limoeiro.
Profondamente innamorato di Gesù, si rende conto subito che non poteva essere autentico suo ministro, senza essere come lui vicino ai poveri. All’epoca tanti bambini e giovani della città non frequentano la scuola ed girano per le strade, spesso a chiedere l’elemosina, abbandonati dalle famiglie. Una povertà materiale e umana intollerabile, il frutto più odioso delle profonde ingiustizie sociali: espulsione dei contadini dalle terre, mancanza di lavoro e di assistenza sociale ecc.

Padre Luigi sa di non poter celebrare il Signore in chiesa e dimenticarlo fuori di chiesa. Comincia a raccogliere bambini di strada e adolescenti di famiglie emarginate e spesso disgregate.
 Nel 1970 nasce il “Centro di Formazione dei Minori”. 50-100 e sempre più bambini e adolescenti lo frequentano. Con la mano della gente del posto si costruisce con gradualità un nuovo edificio specifico; si arriva ad 800 assistiti. I bambini e gli adolescenti frequentano la scuola pubblica, terminata la quale vanno al Centro di Formazione. Gioco, guida ai compiti scolastici, educazione umana e cristiana, formazione professionale.

Non solo assistenza ai bambini. Padre Luigi è vicino con iniziative concrete alle mamme (lavanderia, ricamo…) e ai contadini (assegnazione di terre, quasi antesignano della “riforma agraria”); spesso si sostituisce alla pubblica amministrazione (cisterne acqua potabile, soccorso nella siccità e in occasione di distruzioni provocate da alluvione ecc.). Costruisce trenta cappelle nelle tante piccole comunità rurali. Anima centri di ascolto della Parola.

Vita di carità intensa, di lotta contro le ingiustizie sociali. E’ un profeta, nel suo parlare e nel suo agire. Subisce persecuzioni da parte dei “potenti”, che lo accusano di “attività comunista”. Anche dalla gerarchia della Chiesa locale spesso non è ben visto.

Sempre fedele agli orientamenti della Chiesa (documenti di Medellin, Aparecida). Incontra sante persone che, come lui, lavorano per i poveri: dom Helder Camara, fra’ Damiano di Bozzano, Marcello Candia (per i quali è in corso la causa di beatificazione).

Nel 1984 padre Luigi è colpito una grave forma di epatite.
 Deve curarsi in Italia, per qualche mese. Guarisce quasi miracolosamente.
Tornato il Brasile per continuare la sua opera a Limoeiro, è invece inviato dal Vescovo di Nazaré di allora, mons. Manuel Lisboa, a fare il parroco nella più piccola parrocchia della diocesi, Chã de Alegria, a circa 40 chilometri da Limoeiro.

 E’ per lui quasi una “punizione”, per aver toccato nel suo parlare e nel suo agire gli interessi dei potenti. “In obbedienza” svolge il ministero a Chã de Alegria fino al 1992, continuando nella sua opera concreta ed efficace di riscatto degli ultimi. Lì ristruttura e amplia la chiesa parrocchiale.

La sua opera di riscatto è riconosciuta anche dall’Amministrazione civile: infatti è dichiarato “cittadino limoeirense” nel 1989 e nel 2009 “cittadino pernambucano”.

Deve subire incomprensioni e ostilità tanto anche nell’ambito del clero locale, perché considerato severo nei riguardi di certe consuetudini, non squisitamente evangeliche.

Il 9 luglio 2008 redige il suo testamento spirituale, in un momento di sofferenza interiore, ma illuminato da una profondissima fede e amore per il Signore.

Il 30 novembre 2008 viene nominato dal Vescovo di Nazaré mons. Severino Batista de França vicario della nuova parrocchia di San Sebastiano in Limoeiro, la cui chiesa egli aveva fatto ristrutturare e ampliare.

Negli ultimi mesi del 2009 viene colpito da tumore mascellare. Egli non accoglie gli inviti della sua gente a farsi curare negli ospedali della capitale Recife, perché – dice – “i miei poveri non lo potrebbero fare”.
 Solo per obbedienza al suo vescovo mons. Severino va in Italia, ove arriva, da solo e molto malato, il 28 febbraio 2010. Ricoverato all’ospedale di Castelfranco Veneto, nulla si può fare contro il male.

 Dall’ospedale invia un messaggio registrato di saluto, di fede e di incoraggiamento alla sua gente di Limoeiro, ai suoi bambini del Centro di Formazione dei Minori.

Il suo vescovo di Nazaré venne appositamente dal Brasile in Italia per accompagnarlo nei suoi ultimi momenti.

Si spegne santamente il 26 marzo 2010 in casa di suo fratello Angelo, a Mussolente (VI), quando in Brasile è ancora il 25 marzo, giorno del “sì” di Maria nell’Annunciazione.
Egli sempre aveva detto: “Il ‘sì’ di Maria ha generato il mio ‘sì’”.

Dopo la celebrazioni dei funerali a Mussolente e nella sua parrocchia italiana di Galliera Veneta, la salma è trasferita in Brasile, a Limoeiro, tra la sua gente, che lo considera un santo. Padre Luigi è accompagnato il 5 aprile 2010, secondo giorno di Pasqua, da una folla immensa alla sua tomba, accanto all’altare della chiesa di San Sebastiano in Limoeiro.

Il “Centro di Formazione dei Minori” di Limoeiro viene da subito chiamato “Istituto Padre Luigi Cecchin”.


 
Testo redatto da Beniamino Fantinato il 7 aprile 2018:
Fonte: https://www.postulazionecausesanti.it/don-luigi-cecchin/?fbclid=IwAR2AFyjwQ0XyK62Ab9pw8oPf2IZ8umtR47Oi0eZdDKurTbuSfHKPLv6va0Y


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