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SENTIERO DEI MONTI DI MELEDO

Lunghezza: circuito di km 14 circa
Tempo richiesto: 4 ore
Punto di partenza: Meledo -parcheggio piazza San Maurizio 
Senso di marcia: anti-orario
Attrezzatura e consigli: escursione con lieve dislivello dagli argini del fiume Guà fino ai colli sopra Sarego e Meledo

Si esce dal paese prendendo via D. Chiesa, accanto alla Chiesa di Meledo, seguendo Via Case Velo, lungo la quale si può notare sulla destra il complesso padronale di origine quattro-cinquecentesca che fù già dei Conti Arnaldi e poi dei Conti Velo -che nel '600 eressero la cappella gentilizia, visibile dalla strada. Si tiene la sinistra per proseguire il percorso accanto all'argine del fiume Guà, passando sotto il ponte, dove vi era un mulino. Dopo un chilometro si giunge alla strada Provinciale 500 per cui bisogna prestare massima attenzione e attraversarla, all'altezza della "chiavica dugale" per immettersi in Via Campilonghi, già via Massina, toponimo della intera vallata. Si prosegue alle pendici della prima dorsale collinare su strade campestri, osservando sulla destra l'antichissimo manstero di Sant'Eusebio. Questo sito ospitò il primo nucleo di monaci agostiniani dell'ordine di San Marco di Mantova alla fine del XII secolo; l'ordine fu soppresso nel 1436 e rimasero a coltivare il culto le monache fino alla epidemia di peste che afflisse queste terre all'inizio del '500. L'oratorio fu ricostruito nel 1648 su progetto dell'architetto Antonio Pizzocaro; il sito è proprietà privata. Proseguendo il tracciato ci porta a salire lungo via Castelletto, fino al capitello della "crosara"(qui si incontra il sentiero 42). I viottoli sono costiutiti da rocce basaltiche scure, ricordandoci l'origine vulcanica del territorio (altro toponimo sopra via Panoramica è "Monte Caldiero"). Ad un bivio si prende dopo una breve salita verso sinistra per un viottolo ombreggiato con "masiere a secco", fino al capitello per grazia ricevuta. Si continua sulla sinistra dello stesso e scendendo si giunge ad alcune abitazioni; prendendo a sinistra si giunge alla Fontana coperta, che intercetta una fonte d'acqua. Riprendendo il percorso si può osservare un complesso rurale della Veneziana, splendido ma ormai fatiscente, che ci lascia intravvedere le caratteristiche costruttive del luogo e si segue la traccia sulla destra a monte del rustico che sale nel bosco seguendo le pendici del Monte Gallo. Superata un'abitazione isolata si passa al versante opposto della valle (che diventa poi un orrido) scendendo fino ad incontrare un vigneto e prendendo la traccia in discesa verso la Contrada Mestiola; verso valle, nel fitto del bosco, si può giungere alla Fontana Beltempo dotata di lavatoio/abbeveratoio.
Il sentiero prosegue tra le abitazioni e risale sulla destra per collegarsi con Meledo Alto, alle pendici del monte Caldiero, da cui si raggiunge un buon punto panoramico. Si attraversa la strada Provinciale di Meledo Alto e si continua per 50 metri sulla sinistra, fino a intercettare Via Ca'Lombarda, che conduce alle Ca' Lombarde del 1567. Il sentiero originale ha subito delle variazioni dovute anche alla vicina miniera gestita fino a qualche anno fa dalla Regione Veneto. Una breve variazione si stacca a sinistra e consente di godere ancora di un tratto di caratteristico bosco, per riportarci nuovamente in Via Ca'Lombarda.
Si percorre un tratto di strada asfaltata che scende verso Case Soldà e si prende a sinistra via Graone di Sotto, incontrando fontana Pestalaglio e il panorama della pianura contorniato dalle piccole dolomiti venete. Arrivati in piano si prosegue a sinistra su Via Vanderia, che riporta toponimo longobardo, e si prosegue verso il centro abitato lungo il Fiumicello Brendola. Il corso d'acqua fu deviato nel 1587 dal "Consorzio Brendola" quando si decise il taglio del monte di Meledo tra la chiesa vecchia e Villa Trissino. Lo scopo era portare più a sud la confluenza con il Guà che interferiva con lo scolo delle acque dalle campagne di Brendola. Proprio sul ponte che ci riporta al centro di Meledo, lungo la provinciale, si può osservare questa opera idraulica che andò ad interessare anche un lato della allora costruenda Villa Trissino. La Villa Trissino, che trovate di fronte a voi, venne progettata dal Palladio e doveva divenire la più maestosa fabbrica del vicentino; venne realizzata solo una parte rustica, la torrre colombara e le barchesse. Oggi il sito è Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco e ospita eventi di pregio.
Varianti al sentiero: variante della Veneziana; variante del Maso; Variante della Costa Benedetta.
https://www.visitterredelgua.it/natura-e-sport/sentiero-43-monti-di-meledo/
 
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