Storia del Comune

ORIGINI DEL TERRITORIO

Nella preistoria tutto l'alto vicentino era coperto di foreste, percorse da fiumi e da torrenti. A valle della zona delle risorgive, si aprivano vaste paludi verso est e sud, probabilmente disabitate e malsane.

Tracce di attività umana preistorica sono state individuate in molte zone del vicentino, non nella zona di Dueville, che probabilmente era interessata in parte dai ghiaioni dell'Astico, in parte dalle paludi e dalla vegetazione.
La selvaggina doveva essere presente in abbondanza, come pure pesci, crostacei di fiume, anguille.
L'uomo preistorico avrebbe potuto trovarvi preziose fonti di sostentamento, ragion per cui si può pensare che ci possano essere stati degli accampamenti temporanei di cacciatori nomadi.
In una prima fase il territorio a sud del vicentino venne occupato dagli Euganei, poi dagli Etruschi. Solo più tardi arrivarono i Veneti, popolo indoeuropeo di provenienza nordica, forse baltica, che si insediò anche nel territorio pedemontano, portatore di una civiltà evoluta.
Una pista venetica conduceva dalle vallate del Leogra, dell'Astico e del Brenta a Vicenza, camminando sugli argini naturali dei fiumi. Su tale direttrice nasce probabilmente l'abitato di Dueville. Non ci sono, tuttavia, testimonianze sicure di quest'epoca lontana.


DUEVILLE, LA NOSTRA TERRA
 

Dueville è una cittadina di quasi 14.000 abitanti, per una densità di circa 690 abitanti Kmq, posta nella pianura veneta, a 50 metri di altitudine sul livello del mare, ai piedi delle Prealpi Venete ( Altopiano di Asiago 1000 m - Piccole Dolomiti 2200 m ), con una superficie di 20.11 Kmq.
Dueville è gemellata con le città di Calatayud (Spagna), Schorndorf (Germania) e Tulle (Francia).

Il terreno su cui posa è una conoide alluvionale ricchissima di acque sotterranee, che proprio nella zona di Dueville riemergono in superficie, dando origine a numerose risorgive.
La grande importanza dell'acqua della zona è testimoniata dal fatto che sia Padova che Vicenza proprio nella zona attingono l'acqua per i loro acquedotti.
La presenza di una così grande abbondanza d'acqua ha fatto sì che in passato a Dueville sorgessero attività manifatturiere che la usavano sia come materia prima che come fonte di energia: cartiere, mulini, un lanificio.

In territorio di Dueville sgorga il fiume Bacchiglione, che attraversa poi Vicenza e Padova, per gettarsi in mare vicino a Chioggia. La zona delle sorgive, detta "il Bosco di Dueville", nel suo complesso è area protetta di alto pregio ambientale e sarà oggetto quanto prima, in alcune sue parti un tempo attrezzate per la itticoltura,  di un intervento di recupero e valorizzazione.

Dueville si trova a poco più di 10 chilometri da Vicenza, grande città d'arte, uno scrigno di capolavori architettonici e pittorici, da qualche anno riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità.

La posizione geografica di Dueville la pone vicino alle montagne ma non lontana dal mare. In mezz'ora di viaggio si sale ad oltre mille metri sull'altopiano di Asiago. In quasi due ore si è già sulle Dolomiti. In un'ora si raggiunge il lago di Garda ad ovest ed il mare Adriatico ad est ( Jesolo - Sottomarina, ecc.).

La regione del Veneto è ricchissima d'arte. Se tutti conoscono Venezia e Verona, sicuramente molti avranno sentito parlare anche di Padova (Basilica medioevale di S.Antonio, Centro storico medioevale e rinascimentale, sede universitaria tra le prime al mondo) e di Treviso.

Non sono solo le città, tuttavia, ad attirare l'interesse di tantissimo turisti. In tutto il territorio regionale si incontrano ville antiche, costruite da grandi architetti come Palladio e Scamozzi, affrescate da celebri pittori come Veronese e Tiepolo.

Anche Dueville conserva alcune splendide ville, dimore di campagna di nobili feudatari vicentini. Le principali sono la villa Monza (sec. XVIII), ora municipio, la villa Da Porto-Pedrotti ( sec. XVI) e la villa Da Porto-Casarotto (sec. XVIII), il villino Monza-Maccà. Ma numerose altre belle costruzioni sono disseminate nel territorio.

A breve distanza da Dueville sorgono molte cittadine interessanti, tra le quali:
Marostica. Cittadella medioevale, ancora circondata da splendide mura che salgono a recintare anche il colle su cui si innalza il castello superiore. Ogni due anni vi si tiene una famosa partita a scacchi in costume. 
Bassano. Antichissima città posta sul fiume Brenta, famosa per il bellissimo ponte coperto in legno, disegnato da Palladio. Bel centro storico di impronta veneziana. 
Cittadella. Città fortificata, cinta da mura e da fossati. 
Thiene. Cittadina di impianto cinquecentesco, ospita in centro un bellissimo castello-dimora, affrescato ed arredato in epoca veneziana. 
Asolo. Cittadina d'arte posta su bellissimi colli, risale ad epoca romana e per secoli centro di cultura e musica. A pochi chilometri Possagno, patria del grande scultore Antonio Canova.

Il comune di Dueville comprende Dueville e tre frazioni: Povolaro, Passo di Riva e Vivaro. È il più grosso comune confinante con la città di Vicenza (120.000 abitanti circa).
L'ambiente dove si trova Dueville è fortemente segnato dall'attività umana. Gli abitati sono dispersi nel territorio ed il territorio agricolo è frammentato da numerose strade. Il traffico rappresenta quindi un forte problema, intensificato dall'uscita dell'autostrada Valdastico e dalla presenza della Statale Marosticane. Complessivamente si calcola un traffici di oltre 70000 veicoli al giorno.

Nella zona ci sono per altro, come sopra in parte accennato, molte aree protette da vincoli paesaggistici, sia in rispetto delle ville antiche, sia a salvaguardia delle aree umide delle risorgive, dove rimangono presenti esempi sempre più rari di paesaggio agricolo d'altri tempi. La zona è protetta da norme severe ed ospita numerose specie di uccelli e di mammiferi, tra cui i caprioli.

L'agricoltura, laddove è fonte primaria di reddito, è fortemente meccanizzata; importante il settore dell'allevamento dei bovini e la coltivazione di mais, soia, cereali. Poca importanza nel territorio di Dueville ha la coltivazione della vite. Nelle immediate vicinanze, tuttavia, soprattutto sulle vicine colline, la vite è una risorsa importante. I vini prodotti nella provincia di Vicenza ( zona di Breganze - Colli Berici ) sono molto apprezzati. Importante in zona è la produzione di formaggi, tra i quali spiccano il Grana Padano e l'Asiago.

L'industria e l'artigianato sono vivissimi. La nostra zona è sicuramente tra le più ricche del Veneto e quindi dell'Italia intera. Non ci sono grandi impianti ma, secondo il modello del Nord-Est, tantissime piccole e medie aziende, dotate di grande flessibilità produttiva e di aggressività sul mercato. I dati lo dimostrano senza possibilità di equivoci. Le imprese artigiane a Dueville sono circa 370.


I principali settori dove operano le aziende più significative di Dueville sono: la metalmeccanica, l'abbigliamento, l'edilizia, la chimica, la tipolitografia, l'elettronica e le telecomunicazioni, l'oreficeria, i mobilifici, pelletterie, acquari, pompe idrauliche, mulini, fonderie per ghise speciali, scarpe, ceramiche, cinturini per orologi, impianti di aspirazione, stivali in gomma. Ci sono anche cooperative sociali per l'integrazione che si occupano a fini sociali di servizi.

La provincia di Vicenza, una delle zone più ricche ed attive d'Europa, conta numerose aziende di medie dimensioni, in settori che vanno dalla meccanica all'abbigliamento, all'oreficeria, alla conceria ecc. (vedi anche Associazione Industriali della Provincia di Vicenza). La disoccupazione è a livelli bassissimi, quasi fisiologici, anche se la crisi attualmente in atto rischia di minare il quadro complessivo.


STEMMA COMUNALE

Lo Stemma è stato riconosciuto con decreto ministeriale del 23 aprile 1931.

Il Gonfalone Comunale era stato approvato con decreto del 16 febbraio 1931.
Nello stemma sono raffigurati due cavalieri romani: uno vestito di rosso che cavalca un cavallo bianco ed uno vestito di bianco che cavalca un cavallo rosso. In segno di cortesia si sono scambiate le cavalcature.
Le due figure avanzano su un prato verde con delle risorgive d'acqua, caratteristica del territorio di Dueville.
Le armi sono in posizione di pace.
Il ramo di quercia, simbolo di forza, è congiunto al ramo d'ulivo, simbolo di pace e fratellanza.
La corona merlata indica la costituzione dell'antico comune.
La scritta "C. Duilius M.F. Romae" riportata nella bandiera non trova conferma nello stemma araldico. Essa fa riferimento al rinvenimento di una tomba romana che portava tale scritta.
Due ipotesi.
La prima: i due cavalieri indicano i due ipotizzati centri originari (forse veneto-latini e i longobardi).
All'epoca della creazione dello stemma si pensava che il nome Dueville si riferisse appunto a due paesi uniti insieme.
Le due stelle potrebbero significare la presenza dei due nuclei abitati, che convivono in pace dopo un periodo tormentato di contrasti.
Le due comunità unite ed in pace hanno dato origine al paese di "duabus villis".
L'altra ipotesi: i due cavalieri simboleggiano la forza dell'amicizia, dell'unione e della convivenza in pace.
I colori rosso e bianco sono i colori della provincia vicentina.


Aspetti artistici

VILLA DA PORTO CASAROTTO

Situata in località Pilastroni, si eleva al termine di uno scenografico viale rettilineo che si diparte dalla Statale Marosticana.
La monumentale fabbrica neopalladiana opera dell'architetto Ottone Calderari, che la eresse nel 1770, è caratterizzato dall'ampia scalinata che accede ad un maestoso pronao jonico.
Nel suo progetto originario, la villa avrebbe dovuto essere affiancata da due ali rientranti, che avrebbero dato una incredibile maestà all'edificio. Cappella CasarottoPer varie vicende, l'edificio non fu mai completato.
Nel 1776 lo stesso architetto edificò la notevole cappella gentilizia, staccata dall'edificio principale e caratterizzata da fregi e statue di Francesco Leoni. Si tratta di un’opera assai indovinata ed equilibrata nelle forme. Nell’interno vi sono stucchi e affreschi e sull'altare una pala del pittore Giacomo Ciesa.
A sinistra della Villa sorge un grande rustico della fine del Settecento, dominato al centro da un orologio.

VILLA DA PORTO PEDROTTI

Villa PedrottiNella frazione di Vivaro, preceduta da un lunghissimo rettilineo, si erge all'interno di un bellissimo ed antico parco romantico la stupenda villa cinquecentesca di impronta palladiana dei Da Porto.
Nel 1554 Paolo Porto spartisce con i propri fratelli l’eredità paterna acquisendo un fondo a Vivaro, a nord di Vicenza, dove nei quattro anni seguenti realizza una villa che la tradizione vorrebbe progettata da Palladio.
Il conte Paolo Porto, uno dei più potenti canonici della Cattedrale (nel 1550 è sul punto di diventare vescovo) è uomo colto e sofisticato, trascorre molto tempo a Roma dove è amico del cardinale Alessandro Farnese, e fra i suoi amici e parenti vicentini annovera committenti palladiani di primo piano come Giangiorgio Trissino, Biagio Saraceno, Bernardo Schio o Girolamo Garzadori.
Questa circostanza è portata a sostegno della paternità palladiana della villa, che peraltro non risulta documentata né da disegni né da riferimenti indiretti.

L’architettura della villa pone più dubbi che certezze, mostrando diverse fasi costruttive successive che rendono ardua l’individuazione di un eventuale originario progetto palladiano: il pronao, ad esempio, si innesta con evidente discontinuità sul corpo dominicale.
Il corpo centrale ha impostazione coerente allo stile dell'architetto, ma la critica sottolinea diversi elementi di dubbio che rendono incerta l'attribuzione. La fase costruttiva cinquecentesca si esaurisce con l'edificio padronale. I corpi laterali sono aggiunta ottocentesca dell’architetto Caregaro Negrin, che si ispira ai disegni dei Quattro Libri dell'Architettura per la villa Pisani di Montagnana.
Alla Villa è annessa la cappella gentilizia dedicata a San Gaetano Thiene.
L’altare è ottocentesco e conserva un dipinto giovanile di Francesco Maffei.

VILLA MONZA

Villa MonzaDel 1715, costruita per volere dei fratelli Monza, viene attribuita all'architetto Francesco Muttoni.
I tre piani della costruzione s' innalzano nel centro segnato da loggia ionica al pianterreno; finestre con elaborate cornici al piano nobile, terzo piano sormontato da frontone decorato di stemma gentilizio e statue acroteriali della scuola del Marinali.
All'interno, sotto strati di calce, si nasconderebbero affreschi attribuibili, secondo alcuni, al Carpioni.
Attualmente è sede del Municipio ed è visitabile negli orari di apertura al pubblico degli uffici.
L'iscrizione dell'architrave indica il nome dei primi proprietari e l'anno di compimento dell'edificio: Pavlvs et Carolvs Montia fratres mvtii filii anno salvtis MDCCXV.
Nel prospetto verso la piazza, il settore centrale sovrasta verticalmente in modo lieve le due ali laterali e si evidenzia per l'addobbo plastico e l'animazione chiaroscurale, quale parte “nobile” e saliente della fabbrica. Esso consta di tre piani ed è concluso da frontone, ornato ai vertici da tre statue della scuola del Marinali. Rappresentano la Prosperità al centro, la Temperanza a sinistra e l'Abbondanza, a significare i valori del luogo, dei suoi Signori e di una virtuosa vita in villa.
Oltre la breve gradinata, dal profilo mosso, si apre il portico, animato con effetto chiaroscurale da sei colonne ioniche: due singole, alle estremità, e due binate, al mezzo. Al piano nobile ci sono tre alte finestre fra cui spicca la centrale, a foro centinato, affiancata da pilastri obliqui sorreggenti una voluta. Riquadri decorativi prolungano lo scatto verticale, sopra le cimase e al secondo piano, dove una semplice finestra al centro fa da contrappunto al piano nobile. A sinistra del prospetto corre il porticato con arcate a pieno centro e bugne rustiche in cotto. Eleganti stucchi rococò, completano il portico centrale. Il settore centrale sporge debolmente sui laterali, ma assume rilevanza grazie al portale centinato, che s'imposta sulla breve gradinata, le tre finestre del piano nobile, sono fornite di balaustre aggettanti. La finestra centrale termina a foro centinato ed è ornata di cornici modanate. Tutto intorno alla villa vi erano zone riservate a parco con statue (le due rimaste si trovano ora nel portico), a peschiera e zone riservate a orto e campagna. L'attribuzione della fabbrica oscilla tra Giuseppe Marchi e Francesco Muttoni assai più probabile.
Una lapide, affissa in una sala del consiglio il 12 maggio 1881, ricorda i dodici quadri raffiguranti i maggiori antenati della famiglia Monza, donati degli eredi di Alberto Monza.
I dipinti sono tuttora visibili nella sala a piano nobile e nelle altre stanze dell'antica villa.
L'edificio fu acquistato dal comune nel 1872 e ne diventò la sua sede ufficiale negli anni successivi fino ad oggi.

Villino Rossi

VILLINO ROSSI

A Povolaro, perfettamente restaurato, sorge il Villino Rossi, interessante ed originale dimora di campagna seicentesca, a metà strada tra la villa nobiliare e l'architettura spontanea rurale. Il corpo residenziale è caratterizzato da un portico costituito da cinque arcate a tutto sesto sorrette da colonne; al piano superiore si apre una loggia di sapore vagamente toscaneggiante, che ripete la scansione dell'ordine sottostante, sempre con colonne di analogo stile reggenti l'architrave su cui poggia il tetto. All'interno, restaurati, affreschi di mano locale. I corpi laterali sono di qualità nettamente inferiore, ma, specialmente nelle ex stalle, sicuramente interessanti per tipologia e dimensioni.
Il complesso, dopo il restauro, oggi ospita le numerose associazioni di Povolaro, tra le quali il famoso Complesso Bandistico Vincenzo Bellini, che da oltre un secolo onora con la sua qualità musicale la nostra comunità.

                                     VILLA FADINELLI - BERDINVilla Pedrotti

 Di stile neoclassico, la villa venne costruita in frazione di Povolaro dl nobile Bonaventura Fadinelli, Vicario del Vescovo di Vicenza, alla fine del '700. Ancor oggi la villa è racchiusa da un bel parco, sul quale si apre la poderosa facciata, al centro della quale spicca la loggia pentapartita su colonne, sovrastante un porticato simmetrico ad archi.

VILLINO COLPI SALVETTI

 La famiglia Colpi-Salvetti ha lasciato alla comunità di Povolaro un notevole patrimonio, tra cui anche questo villino di belle forme, restaurato qualche anno fa dal comune per ospitarvi una comunità di suore al servizio della locale scuola materna comunale. Caratteristica l'armooniosa trifora che si apre sul parco.

 

CHIESA PARROCCHIALE DI DUEVILLE

Costruita tra il 1928 ed il 1955, la grande chiesa dedicata a S.Maria si distingue soprattutto per gli interni monumentali e per gli affreschi del Pegrassi.

L'affresco dell'abside, che ha una dimensione di ben 263 mq, dipinto da Agostino Pegrassi nel 1945, rappresenta l'apoteosi celeste e terrena della Madonna. Notevole anche l'affresco rappresentante il Battesimo di Gesù, nella cappella del Battistero.Sul retro, all'interno dell'abside della precedente chiesa parrocchiale, è visitabile Evangelium, un eccezionale "presepio" con statue semoventi in scala 1:1, che non si limita alla sola Natività, ma percorre  i momenti focali della Bibbia e l'intero arco della vita di Cristo.

Toponomastica

Curiosità Toponomastiche

 Astichelli. La via prende il nome dalla roggia Astichello. L'Astichello, un canale dell'Astico, fu ampliato nel 1470, in modo da poter costituire una via commerciale per il trasporto di merci a Vicenza; era anche detto "roza dele legne". Per l'uso delle acque nel territorio di Dueville, furono investiti i conti Da Porto.

Astico Antico. Questo toponimo sta ad indicare l'antico corso dell'Astico. Un tempo l'Astico scorreva direttamente a Vicenza e, fino al Mille, occupava il letto del Bacchiglione e formava il lago Pusterla (l'attuale Laghetto), prima di arrivare a Vicenza.

Barcon. Fienile realizzato in montagna o in campagna, sui margini del prato o vicino a casa, ricoperto da un tetto sostenuto agli angoli da quattro pali.

 Buseca. In via Buseca esisteva un'antica trattoria, ora chiusa. I primi proprietari, all'inizio del secolo scorso, provenivano dal milanese. Buseca è una tipica zuppa lombarda con le trippe. Il piatto particolare che veniva proposto dette origine al nome dell'osteria e, successivamente, alla via.

Ca' Bassa. "Una peza de tera alla bassa" (a. 1541). Il nome deriva forse da una casa bassa o, più probabilmente, per la conformazione del terreno, posta più in basso rispetto alla via Corvo.

Carlesse. "In ora a via a mollendino apus aquam Carlaxe Santa Maria" (a. 1407). Toponimo molto antico di origine incerta. Il suo significato non è ancora stato definito. Il toponimo stava comunque ad indicare un corso d'acqua.

Chiuppese. Nome derivato, per storpiatura, dall'antica badia di S. Maria Etiopissa, in località Tre Scalini.

Corvo. "In ora calis S.Petris sive Coruby" (a. 1407). Corvo, toponimo per "curva". La romana via dell'Astagus, proveniente da Vicenza, al Corvo si biforcava in due rami: il primo diretto a Chiuppano, il secondo a Breganze.

Grumello. "In ore grumelli" (a. 1407). Il termine indica un rialzamento del terreno e deriva dal latino "grumus", cioè mucchio di terra, causato dai detriti dell'Astico, che passava da quelle parti.

Molino. "Ap. la strada de li mulini" (a. 1541). Nel 1628 esisteva un mulino dei Monza, dato in affitto a "Menego Gentil deto Scudela" nello stesso posto del molino Bagarella Santo. la famiglia Scudella acquistò successivamente il molino. Si utilizzavano le acque della roggia Molina, di cui i Monza  avevano l'investitura. La roggia Molina fino all'800 confluiva direttamente nel Bacchiglione a Vivaro.

Reonda. "In là contrà della zanchetta appresso la rionda" (a. 1541). Si formula l'ipotesi che la "rionda" fosse una costruzione rotonda, probabilmente una torre o una località fortificata.

Rozzola. "In le pertinenze di Povolaro in là contrà della Rozzola" (a.1541) Il nome deriva da "roggia". La Rozzola è, infatti, una roggia che scorre a Povolaro e le cui acque servivano per far muovere il "Molinetto".

S.Anna. Il nome deriva dall'omonimo chiesetta di S.Anna che fu costruita, al posto di una piccola cappella ivi esistente, nel 1642 dal sig. Agostino Cavazza.

Santa Fosca. La via prende il nome dalla chiesetta di S.Fosca, presso il cimitero. Di origine antica, nel 1107 fu donata dai Da Vivaro al monastero di Pomposa (Ferrara). Forse di origine longobarda, S.Fosca era la chiesa di una villa o di un centro abitato, ben distinto dalla pieve di S.Maria. Si fa dunque l'ipot4esi di due distinti insediamenti, di due centri; forse a questo periodo si può far risalire il nome Dueville. Fu adibita a cimitero nell'anno della peste del 1630 e successivamente serviva da cimitero solo in caso di epidemie. Le leggi napoleoniche, vietando la sepoltura nel sagrato della chiesa, indussero il comune a trasferire stabilmente il cimitero accanto a  S.Fosca.

Vegre. "Una possessione alle vegre" (a. 1541). Vuol dire terreno arido, sassoso, incolto. E' un toponimo che si trova anche in comuni limitrofi. Erano i terreni sassoci, formati dalle alluvioni dell'Astico. Fin dal Cinquecento si bonificavano queste terre con le acque chiare e con le torbide dell'Astico.Con una serie di roste, quando l'Astico nel periodo di piena invadeva i campi, fermavano l'acqua limacciosa. Quando poi l'acqua si prosciugava, i sassi venivano un po' alla volta coperti di limo.


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