Dalla Piovega al Covolo

Dalla Piovega al Covolo

Dalla Piovega al Covolo

 

percorso2 Partendo dal confine con il comune di Fonte, determinato dalla via Piovega (via pubblica ritenuta di antica origine romana), verso nord si percorre la via Asolana trovando subito la zona industriale e degli impianti sportivi.

Alla fine della zona industriale si imbocca via S. Paolo che, dapprima piega verso est, poi verso nord. A circa la meta' della suddetta strada, sorge la chiesetta dedicata alla conversione di S. Paolo. E' del sec. XII e fu la parrocchiale del paese di S. Paolo del Lastego fino al 1488 quando passò sotto la Diocesi di Treviso. In questo anno si unì a Crespano che aggiunse ai patroni S. Marco, Pancrazio, quello di S. Paolo.

Al termine della strada inizia Via Acque che va verso- ovest.

Deve il suo nome ad una sorgente di acqua ferruginosa che veniva bevuta come medicamento, in modo particolare nel secolo scorso, da molte persone provenienti anche da città del Veneto.

Via Acque si unisce a via S. Pio X che ha direzione nord.

A metà circa, si trova il Collegio Femminile retto dalle suore di Maria Bambina.

In via Roma, a sinistra, si trova un palazzo che fu abitazione dell'abate (canonico) Pietro Canal e noto come la Biblioteca.

Proseguendo per via Piemonte, dove c'è la scuola media statale A. Canova, verso est si arriva in via Montegrappa.

Salendo verso nord s'imbocca via Madonna del Covolo. A sinistra vi è la scuola materna "Basso", a metà strada il capitello di S. Giuseppe, dedicato però, nei decenni scorsi, ai santi Vettore e Corona. Poco sopra detto capitello, si trova la località chiamata Brusamosca dove, nei secoli XV - XVIII vi fu un convento di eremiti. Oggi, a testimonianza del passato, c'è un pozzo detto "pozzo dei frati". Dà ancora acqua fresca che si riversa nella valle.

Alle Piere Rosse, seguendo una strada a sinistra, si arriva al luogo di apparizione e dei "Tre busi". La tradizione dice che la Madonna, su richiesta della "forosetta" Vaccaro, abbia messo tre dita sulla roccia e fatto scaturire l'acqua necessaria per la costruzione del suo tempio, al Covolo.

A destra dei "Tre busi" vi è la grotta, chiamata "la grotta delle Guane" (dee aquane). La fantasia popolare le raffigurava come giovanette graziose, che danzavano sull'acqua, di notte. Potevano uscire dalla grotta solo con il buio per lavare le loro vesti e le stendevano poi sulla riva ad asciugare. Nessuno doveva vederle perché le "Guane", se scoperte da occhio di uomo, lo accecavano e poi lo uccidevano.

Sopra le "Pietre Rosse", a destra, vi è un prato con un vecchio capitello. Pare sia stato costruito nel 1300 a ricordo dei tentativi fatti per costruire, sul luogo, la chiesetta voluta dalla Madonna.

La tradizione racconta che, di giorno si costruissero i muri e di notte cadessero. Il tempo rovinò il vecchio capitello e nel 1700 circa venne restaurato ed ingrandito, inglobando il vecchio nel nuovo.

Nel 1982 la Sez. comunale dell'AVIS, lo restaurò col beneplacito del proprietario Chino Chiavacci e col contributo della popolazione.

Giunti al termine della via si trova il Santuario. La prima chiesetta era addossata alla roccia; verso il 1500 fu ampliata. Agli inizi del 1800 un masso, staccatosi, travolse il presbiterio con l'altare della Madonna e parte della chiesa. Antonio Canova progettò l'attuale tempio accogliendo le richieste dei crespanesi ed in particolare dei parenti "Fantolin".

Elisa Mionetto e Giacobbe Peruzzi

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