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Cessalto - Il bosco Olmè ...  il  bosco Olmè


Si tratta, in sostanza, di evidenziare l’organizzazione della comunità faunistica nello spazio del bosco, identificando le nicchie ecologiche offerte dalla struttura vegetale ed i relativi occupanti.

Dato lo stretto legame tra flora e fauna è pertanto inevitabile che la stessa comunità faunistica risulti stratificata e che le numerosissime specie viventi nel biotopo siano distribuite nei diversi livelli vegetali in relazione alle caratteristiche biologiche ed ecologiche di ciascuna. Per gli animali si potrà dunque parlare di fauna del sottosuolo, fauna della lettiera, delle erbe e dei cespugli, degli arbusti e degli alberi, precisando ovviamente che la mobilità che caratterizza tali organismi può determinare l’assegnazione di una specie a più livelli, in rapporto alle abitudini riproduttive, alimentari o di generico habitat stagionale. Questo vale inoltre anche per la distribuzione definita “orizzontale” e cioè per le diverse zone che caratterizzano il bosco al proprio interno. Si hanno infatti specie animali più o meno strettamente legate ad ambiti definiti, quali ad esempio le pozze, i macchioni di rovo della periferia, il sottobosco ombroso, etc, mentre altre risultano legate a particolari zone solo in determinate fasi del ciclo biologico ed altre ancora, infine, sono mobili in assoluto e pertanto indifferenti alla zonizzazione di sottoambienti che formano il bosco stesso.

Toporagno

La zonazione e distribuzione faunistica di Olmè risulta pertanto estremamente complessa ed articolata, non solo, ma essa appare necessariamente legata ai rapporti trofici tra le specie faunistiche, cioè alle catene e reti alimentari. Procedendo dal sottosuolo alla cima degli alberi si incontra innanzitutto la cosiddetta fauna ipogea, con anellidi (lombrico), diplopodi (millepiedi), insetti (larve di maggiolini e di altri coleotteri) e mammiferi (talpa). Tale gruppo, destinato ad incrementarsi notevolmente nel corso della quiescenza invernale per effetto delle specie di molluschi, insetti, rettili, anfibi, e mammiferi che trascorrono i mesi freddi in ricoveri sotterranei, risulta in stretto contatto con la fauna della lettiera. Questa stessa comprende numerose specie di invertebrati, tra cui molluschi, ragni, insetti, crostacei (porcellino di terra ), ma anche anfibi (rana agile), rettili (orbettino) e mammiferi (toporagno), mentre talune specie di uccelli quali il merlo, la beccaccia, il pettirosso, il tordo vi sostano spesso per ragioni alimentari.

Cimice dalla variegata colorazione protettiva  Esempalre di macaone

Il livello delle erbe comprende un gran numero di specie vegetali fiorifere, attira ed ospita una cospicua fauna di invertebrati fitofagi : molluschi, soprattutto insetti, rappresentati da specie appartenenti agli ordini più diversi, quali cavallette (ortotteri), bombi (apidi), cimici (emitteri), edemere (coleotteri) e soprattutto mosche succhiatrici di nettare (sirfidi) e farfalle (lepidotteri), che vivono stabilmente sulle piante erbacee, distribuite peraltro in zone del bosco a diverso microclima ed aventi sviluppo e forme associative anche molto differenziate. Un’indagine condotta scientificamente su questo specifico contingente faunistico può ad esempio consentire l’identificazione di una “faunula” delle grandi ombrellifere o dei bordi erbosi soleggiati delle scoline, o dei banchi di lamio purpureo del sottobosco ombroso e cosi via. Naturalmente tale densità faunistica richiama ospiti diversi ed in particolare gli insettivori. Tra questi, appartenenti sia alla fauna inferiore (ragni, ditteri asilidi, vespidi, adonati, etc.) che superiore (anfibi, rettili, uccelli e mammiferi), alcuni possono essere ascritti tra le presenza stabili del livello erbaceo, mentre altri lo frequentano soltanto per la ricerca del cibo. Frequenti sono ad esempio le rane agili, soprattutto nelle mattine con rugiada, quindi i ramarri, le giovani bisce d’acqua, i fagiani, che integrano spesso con insetti la dieta granivora; quindi le ghiandaie e le civette, oltre alla quasi totalità dei mammiferi viventi nel bosco, quali i topi selvatici, le arvicole, i topiragno, i ricci, le donnole e le puzzole, che in gran parte però vivono e si riproducono in tane sotterranee.

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