Storia del Comune

Brendola ha un lontano passato, testimoniato anche da numerosi reperti archeologici rinvenuti in diverse località.

La prima segnalazione di ritrovamenti di epoca romana risale al 1682, quando venne rinvenuta una tomba intatta con corredo composto di vasi di terracotta. Dal 1946 in poi si sono succeduti numerosi rinvenimenti di materiale archeologico, alcuni dei quali sono esposti presso la sala consigliare del palazzo municipale.
La scoperta più importante, comunque, risale al 1995 quando, in località Soastene, venne rinvenuta una strada risalente al Neolitico. E’ la strada più antica finora scoperta e questo dimostra come, sin dal Neolitico, Brendola fu abitata.
Lo sviluppo demografico del territorio avvenne anche grazie alla costruzione, nel 148 a.C., della Via Postumia. Tra il 49 e 42 a.C. Vicenza divenne Municipium e la zona di Brendola venne concessa in premio ai soldati veterani, il che comportò, anche grazie ad interventi di bonifica, l'ampliamento della zona abitativa nella zona bassa della pianura. Con la fine dell'Impero Romano le zone pianeggianti pian piano vengono a spopolarsi e gli insediamenti abitativi rimangono solamente nelle zone più elevate. Solamente con l'inizio del Medioevo riprenderanno i lavori di bonifica che consentiranno l'utilizzo delle aree pianeggianti. La storia di Brendola, tuttavia, si accentra attorno al suo Castello (o Rocca dei Vescovi), che per molti secoli rappresentò la struttura del potere ed il centro di una giurisdizione civile e vescovile. Il primo accenno storico al Castello lo si ha nel 983 in un privilegio concesso da Ottone III al Vescovo di Vicenza.
Nella seconda metà del XI secolo, durante le lotte per le Investiture tra il papa e l'imperatore, numerose furono le lotte tra nobili e vescovo che si protrassero sino al XII secolo.

Solamente nel 1184 il vescovo Giovanni de' Sordi (detto il Cacciafronte) rientrò in possesso dei beni vescovili perduti nella lotta contro l'imperatore. Le aspre lotte verificatesi verso la fine del XII secolo tra guelfi e ghibellini, capeggiati dalla famiglia da Romano, indebolirono ulteriormente il potere dei vescovi, anche se nel 1210 un privilegio di Ottone IV riconfermò al vescovo di Vicenza la giurisdizione sul castello. Durante questo periodo, comunque, Ezzelino da Romano ridusse quasi alla miseria la diocesi vicentina. Solamente dopo la morte di Ezzelino i vescovi di Vicenza riacquistarono il possesso del castello. Nel 1262 il vescovo Bartolomeo da Breganze convocò a Brendola una assemblea (Curia Vassallorum) nella quale venne riconfermata la proprietà del castello e della rocca al vescovo il quale la cedette in affitto al Comune. Da allora il presidio militare non dipese più dal vescovo, ma dai vicentini. All'inizio del XIV secolo Brendola si trovò al centro della lotta tra Padova e Verona per la conquista di Vicenza. Nel 1311 Vicenza passò agli Scaligeri, Signori di Verona, i quali occuparono anche il castello di Brendola. Durante l'occupazione scaligera il vescovo venne del tutto privato dei suoi poteri politico - amministrativi, tranne che per un brevissimo periodo (1366 - 1399) quando Padova, Firenze e Venezia, si coalizzarono contro Verona. Il castello fuggì al controllo degli Scaligeri e venne occupato dal vescovo di Vicenza Biagio da Lionessa il quale tramò per consegnare il castello ai veneziani. Questo vescovo dimorò a Brendola sino al 1343 e solamente dopo la sua rimozione il castello venne riconsegnato al comune di Vicenza.


Dalla seconda metà del XIV secolo i veronesi esercitarono il controllo sui castelli berici ed affidarono ai loro capitani il compito di comandare i presidi e di amministrare il territorio. In seguito i capitani vennero sostituiti dai vicari e Brendola diventò sede di vicariato sino al 1404, anno in cui l'esercito padovano occupò la rocca di Brendola ed assediò Vicenza fallendone il tentativo. Vicenza si consegnò, allora, spontaneamente a Venezia e da quel momento iniziò il dominio della città lagunare, il dominio della Serenissima Repubblica. Nel 1413 il castello venne gravemente danneggiato dai mercenari ungheresi guidati da Pippo Spano, mentre fu fatale, per Brendola, la guerra suscitata dalla Lega di Cámbrai nel 1508. Nel 1513 la rocca venne occupata dagli spagnoli per esser ripresa, l'anno successivo, dalla Serenissima ad opera del generale Bartolomeo d'Alviano il quale, per evitare che il castello si trasformasse in rifugio per i nemici della Serenissima, ne ordinò la distruzione. Da questo momento la Rocca dei Vescovi perde la sua importante funzione di centro di potere. Per Brendola si apre un nuovo periodo di storia che si inserisce in quella più ampia della Repubblica di Venezia prima e dell'Italia dopo.


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