Museo/Monumento

CHIESA DI SANTA GIUSTINA

Descrizione

Santa Giustina, nota anche come Giustina di Padova, è stata una martire cristiana vissuta alla fine del III e all'inizio del IV secolo dopo Diocleziano.

Verso la metà del XIII secolo, durante il turbolento dominio di Ezzelino da Romano (1230-1260), nacquero nel territorio veronese, nonostante le limitazioni del Concilio Ecumenico Lateranense del 1215, piccole comunità religiose ispirate alle nuove direttive dei grandi ordini mendicanti, francescani e domenicani.

Ad Illasi, nella chiesa molto antica di Santa Giustina, nei modesti edifici adiacenti, nacque intorno al 1250 una di queste nuove comunità spontanee che si ispirava ai monaci di Calavena. Alcune persone di Verona, uomini e donne, stanche delle cose del mondo e soprattutto della vita in città, si stabilirono qui per dedicarsi alla penitenza come in una vita monastica, vestendo abiti semplici e liberi. Si chiamavano reciprocamente suore e frati, fratelli e sorelle. Uno dei frati, un sacerdote, supervisionava tutti con il titolo di Priore a vita.

Dopo la peste e il terremoto, nel 1354, il frate Alberto Dalla Riva fu Leonardo, l'ultimo priore ormai vecchio e malato, rinunciò al suo incarico. Il vescovo di Verona, Pietro dalla Scala (1350-1388), incaricò l'Abate Castellano (1331-1359) del monastero dei Santi Pietro e Vito di Calavena di trovare un successore.

Come gli abati Stefano (1240), Porcilano (1278) e Galvano (1326) avevano risolto situazioni simili per i monasteri benedettini di San Cassiano di Mezzane e San Lorenzo di Sezzano in Valpantena, così fece l'abate Castellano nel 1354. Tuttavia, non riuscì a trovare un sacerdote che potesse fungere da priore.

Allora si rivolse alle suore benedettine di San Michele in Campagna e ottenne suor Francesca (della Scala), che fu prima eletta Prioressa e poi Badessa dello stesso monastero di Santa Giustina. La Badessa suor Francesca sperava che, applicando la Regola originaria di San Benedetto, il monastero potesse crescere in numero e serietà.

Tuttavia, solo sei anni dopo, nel 1360, a causa delle difficoltà di trovare un sacerdote adeguato per la direzione spirituale e l'amministrazione dei sacramenti in quel luogo isolato, la Badessa Francesca, insieme alle altre tre sorelle della comunità - suor Dionore, suor Alena e suor Floridilia - chiese e ottenne dal vescovo Pietro dalla Scala di unirsi alla grande comunità domenicana del monastero di Santa Maria Mater Domini, vicino a San Giorgio in Braida.

Così, poco dopo la morte dell'Abate Castellano, si conclude anche la breve storia del monastero misto di Santa Giustina di Illasi, che è durata circa un secolo. Nella località di Santa Giustina, a sinistra dell'ingresso della chiesa, aderenti alla parete esterna, si trovano due grandi pietre miliari, di cui una ancora riporta l'iscrizione latina che, tradotta, significa: "All'Imperatore Cesare Marco Aurelio Valerio Massenzio, Pio Felice Invitto Augusto, nove migliaia di passi." Forse erano collocate lungo la Via Postumia, a circa 13 km da Verona.

La chiesa di Santa Giustina di Illasi è molto antica, forse esistente già prima del 1000, ed era anche un centro di attrazione economica. Nelle sue vicinanze si teneva il più grande mercato dell'est veronese fin dall'XI secolo. Inizialmente, era favorito dai Conti di Verona (Sanbonifacio), poi dalle monache e infine dai monaci di Calavena. Tutte le decime raccolte che dovevano essere pagate loro venivano messe in vendita in questo mercato.

Quando il monastero di Calavena iniziò ad avere problemi, le autorità locali, che all'epoca erano comunali, spostarono il mercato a Verona, nella zona di Madonna di Campagna, che era di proprietà del monastero femminile. Successivamente, il mercato venne spostato di nuovo a Verona, nella zona di Campo Marzo.

Il documento più antico che menziona la chiesa risale al 1082, in cui viene descritta come una cappella rurale. Sulla trave di mandorlo della torre campanaria è incisa la data 1101, ma l’edificio sembra risalire a un’epoca molto precedente.

Nella prima metà del secolo XVIII, sotto l’altare, è stata trovata una pietra dedicata agli imperatori Massimino e Costantino. Sembra infatti che Santa Giustina abbia subito il martirio proprio sotto il regno di Massimino.

Nel 1700 la chiesa fu ridotta di dimensioni perché era pericolante. La tradizione popolare sostiene che fosse la prima parrocchia di tutta l’area.

La struttura architettonica rispetta fedelmente le caratteristiche costruttive e le finalità religiose tipiche dell’arte romanica. La facciata presenta un portale rettangolare circondato da un semplice bugnato e una finestra a lunetta semicircolare sopra di esso. Il tetto è a capanna, con coppi veneti.

La torre campanaria ha una base quadrangolare ed è caratterizzata dalle pietre a vista, con una struttura molto austera. È l’elemento verticale che, nel complesso, conferisce alla chiesa un’impronta semplice ma suggestiva, armonizzando le sue parti. Le finestre a bifora che si trovano nella cella campanaria sono di particolare bellezza.

Indirizzo

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